GLI ABISSI DI CASA NOSTRA
Acanthephyra eximia (Smith, 1884). Immagine: http://www.abdn.ac.uk/news/details-10073.php
Il 30 gennaio scorso una spedizione scientifica dell’ OCEANLAB di Aberdeen, Scozia, ha raggiunto il punto più profondo delle acque europee: la fossa di Oinousse, a circa 5.200 m di profondità nelle acque del Mar Ionio, a 65 km dalle coste del Peloponneso. La spedizione ha posizionato sul fondo uno strumento denominato BRIL (Biogenic Reef Ichthyofauna Lander, cioè dispositivo per osservare la fauna sui banchi di coralli profondi). Il BRIL, costruito da Thomas Liney dell’OCEANLAB, è dotato di fotocamere ed è provvisto di esche per attirare pesci o altri organismi di profondità. Ha già esplorato gli abissi di altre parti del mondo, ma non era mai stato utilizzato ad una simile profondità.
Le immagini che il BRIL ha riportato in superficie dopo 16 ore di immersione, sono le prime foto del punto più profondo del Mediterraneo e d’Europa. Le foto inoltre ci mostrano che, contrariamente a quel che si pensava, la vita arriva persino qui. Sono stati fotografati un gamberetto di profondità, Acanthephyra eximia, ed un pesce di profondità, il grenadiere Coryphaenoides mediterraneus. È da notare soprattutto che, benché sia un pesce abissale, non si aveva idea che il grenadiere potesse vivere a tali profondità.
Si è sempre creduto che le grandi profondità fossero prive di vita, date le condizioni estreme, o che vi si trovassero solo pochi invertebrati. In Mediterraneo, in particolare, la fascia abissale è particolarmente inospitale per via delle temperature relativamente alte rispetto agli abissi oceanici. Questa caratteristica rende le condizioni di vita molto difficili e non ci si aspettava di trovare organismi viventi a questa profondità. Ancora una volta, il nostro Mediterraneo, ci ha sorpreso e smentito.
Giovanni Romagnoni, Notizie dal Mare.
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